Sinistra e Rassemblement national: la pericolosa equivalenza dei macronisti

I macronisti continuano a insistere sul fatto che il Front populaire e il Rassemblement national sono uguali. A cosa condurrà questa pericolosa equivalenza?

Laurent Joffrin

Curiosi questi politici che non vedono oltre la punta del loro naso. Dopo aver deciso all’improvviso uno scioglimento che sta per ritorcersi contro di loro, i macronisti adottano una tattica elettorale che favorisce il Rassemblement national (Rn) di cui vorrebbero bloccare l’ascesa.
La loro campagna si riduce di fatto a un solo argomento: tra una Rassemblement national nazionalista e una sinistra guidata da Mélenchon, dicono, non bisogna scegliere, né ammettere una qualche differenza; i due estremi sono ugualmente pericolosi. Quindi: votate per noi! Sperano così di colmare il divario con la coalizione del Nouveau Front Populaire, di cui evidentemente, con la consueta e imperiosa lucidità, non avevano previsto la nascita.
Il problema è che questa equazione generale – La France insoumise e Rassemblement national sono la stessa cosa; La France insoumise e il resto della sinistra sono la stessa cosa; quindi, Front populaire e Rassemblement national sono la stessa cosa – porta a un risultato angosciante. Perché se continuiamo con il sillogismo, votare per un candidato socialista, comunista o verde sotto l’etichetta del Front populaire è pericoloso quanto votare per il Rassemblement national. Macron dixit.
È così? Quando sei centrista, come dicono i macronisti, votare socialista è pericoloso quanto votare Rn? Votare Boris Vallaud è come votare Jordan Bardella? Votare per un candidato di Fabien Roussel è come votare per un emulo di Marion Maréchal Le Pen? Ascoltare Lionel Jospin, ex primo ministro socialista, è come sostenere Marine Le Pen? Andiamo… Tutti sanno che il Partito socialista (Ps), i Verdi o il Partito comunista francese non hanno mai attentato alla minima libertà pubblica, né praticato la minima discriminazione, né minacciato di far crollare l’Unione europea. Tutti sanno che i socialisti e gli ecologisti, perlomeno, sono militanti filoeuropei e filoucraini, a differenza del Rassemblement national, e che l’alleanza prima di tutto elettorale stipulata con La France insoumise non ha cambiato di una virgola le loro convinzioni.
Il che ci porta a un terribile problema: cosa succederà dopo? Al secondo turno in molte circoscrizioni gli elettori dovranno scegliere tra Rassemblement national e un candidato o una candidata del Front populaire. Cosa diranno i macronisti? La logica della loro posizione è implacabile: di fronte a due pericoli equivalenti, ci si deve astenere. E quindi, ad esempio, rifiutarsi di scegliere tra il Ps e il Rn.
Salvo, naturalmente, fare in 24 ore un’inverosimile testa-coda. Dopo aver ugualmente demonizzato la sinistra e il RN, come sosterranno il voto anti-RN? Se scelgono la sinistra – cosa ovviamente auspicabile, così come il contrario, in nome della disciplina repubblicana – dovranno improvvisamente spiegare che la loro campagna del primo turno è ora obsoleta, che non sono la stessa cosa, che il Front populaire, in definitiva, è utile a bloccare il Rassemblement national, che la sinistra e l’estrema destra sono diverse per quanto riguarda i princìpi repubblicani eccetera. Vale a dire, tenere tra i due turni un discorso opposto a quello su cui avevano martellato prima del primo turno. Cosa che non mancherà di sconcertare l’elettorato centrista e rafforzerà, ipso facto, il Rassemblement national. Notevole coerenza!
Questo è il risultato della sommaria vendetta che assimila tutta la sinistra alla France insoumise, come se fare un cartello elettorale significasse annullare ogni differenza tra i partiti che lo compongono. Ognuno è ovviamente libero di preferire Macron alla sinistra, di giudicare negativamente le alleanze di quest’ultima o il suo programma. Ma assimilare la sinistra al Rassemblement national, porre tra loro un grossolano segno di uguale, è un errore di fatto e un errore strategico, in un momento in cui i lepenisti sono sull’orlo della vittoria.

L’articolo è uscito originariamente su Le Journal.info il 17 giugno 2024 con il titolo “Gauche et RN, c’est du pareil au même?“. Traduzione a cura di Ingrid Colanicchia.

Credit foto:
– French far-right Rassemblement National (RN) party President and lead MEP Jordan Bardella during a photo session before an Interview at «Dimanche en Politique» at FRANCE 3 (french TV Channel) in Paris on june 16, 2024. Photo by Eliot Blondet/ABACAPRESS.COM
– Jean Luc Melenchon during an Interview at «Dimanche en Politique» at FRANCE 3 (french TV Channel) in Paris on june 16, 2024. Photo by Eliot Blondet/ABACAPRESS.COM



Ti è piaciuto questo articolo?

Per continuare a offrirti contenuti di qualità MicroMega ha bisogno del tuo sostegno: DONA ORA.

Altri articoli di Mondo

In Palestina le donne continuano a essere al centro della resistenza contro la violenza di Israele e l'oppressione patriarcale di Hamas.

Il documento finale ha ottenuto la condivisione di cinque punti fondamentali su cui si auspica si fonderanno i futuri negoziati di pace.

La storia di Zhang Ruimin, e di come convinse i suoi sfiduciati operai a farsi inventori di ciò che producevano.